Metti una mattina al Polo…

Passione, glamour e divertimento: al Roma Polo Club si scopre una nobile disciplina sportiva, dall’anima pura e fiera.

Roma-Polo-Club

Immerso in un’oasi verde, a pochi passi dal quartiere dei Monti Parioli ma sufficientemente lontano dal caos cittadino, il Roma Polo Club è il più antico circolo di polo italiano. Sebbene il suo atto costitutivo risalga al 1953, il club nasce nel 1930, anno in cui il Governatorato romano concesse i cinque ettari di terreno dell’Acqua Acetosa e una piccola casetta in legno. Con il passare degli anni, e grazie al contributo dei vari presidenti che si sono succeduti fino all’attuale, l’avvocato Aldo D’Andria, il Roma Polo Club è oggi palcoscenico dei più importanti tornei, come il Campionato italiano (dal 3 al 13 maggio), ospitato per il terzo anno consecutivo.

Il gioco del polo ha origini antichissime, che risalgono al VI secolo a.C., quando il sovrano di Persia Dario lo portò con sé in India. Nel corso dei secoli, il polo fu utilizzato dalla cavalleria per far esercitare i propri soldati finché, nell’800, non venne codificato dagli Inglesi durante la colonizzazione. Oggi, assistere a una partita di polo equivale a guardare un’antica battaglia di cavalleria, in cui ai movimenti della sciabola si sovrappongono quelli della stecca.

Una storia importante e prestigiosa, che si riflette nell’esclusivo connubio tra sport e mondanità, capace di coinvolgere nel tempo cavalieri, aristocratici, diplomatici ma anche tanti appassionati. Considerato uno degli sport più difficili al mondo, il polo si basa su regole ferree e complesse. I cavalli sono di razza criolla, originaria dell’Argentina, attualmente il Paese leader di questo sport. Si tratta di animali mansueti, che ben si prestano a creare in campo un affiatamento perfetto con il giocatore, favorendone il movimento. Ma il polo è anche una disciplina formativa. «Per questo motivo», precisa il presidente D’Andria, «accostarsi a questo sport fin da piccoli è molto importante per lo sviluppo fisico e psicologico».

L’esclusività di questa disciplina sportiva si respira nel­l’aria, visitando le scuderie dall’allure vintage – ­­complici i rifacimenti della seconda metà del secolo scorso – o rilassandosi nella Club House, cuore pulsante della vita sociale del circolo e custode di cimeli, trofei e foto d’epoca, tra cui un suggestivo scatto dei primi anni ’50 dell’allora principessa Elisabetta II d’Inghilterra, mentre premia al Roma Polo Club la squadra del consorte Filippo di Edimburgo. Il presidente D’Andria ci tiene però a precisare che il circolo «è sì esclusivo, ma anche dotato di un forte senso di appartenenza e di rispetto delle tradizioni, che permette di godere di un’atmosfera familiare, grazie anche a un numero limitato di soci (circa 200)».

Il circolo è dotato di due campi, uno di allenamento e uno di gara, quest’ultimo considerato uno dei migliori al mondo perché rivestito di erba Tifton, le cui radici a ragnatela non permettono alle zolle di sollevarsi al passaggio dei cavalli. Oltre ai campi da gioco, ci sono scuderie, che accolgono quasi 200 cavalli, piste in sabbia e tondino, un maneggio coperto, un ristorante e una piscina immersa nel verde. I numerosi corsi per principianti o di perfezionamento, e i prestigiosi tornei, come la Coppa Duca d’Aosta, che si disputano annualmente, completano l’offerta di grande spicco del club.