Un rione dall’atmosfera unica, in cui perdersi tra vicoli dal sapore antico, bellezze artistiche e architettoniche e una vivace vita notturna.
Trastevere è un rione dalle origini antichissime, sorto su quella che era considerata l’altra sponda del fiume Tevere rispetto al cuore della Roma Imperiale. Per questo motivo, in latino prese il nome di “Trans Tiberim”, ovvero “al di là del Tevere”, da cui l’odierna denominazione.
La nostra passeggiata nel suggestivo “core de Roma” parte da Piazza Trilussa. In passato era definita “Piazza di Ponte Sisto”. Poi fu dedicata al poeta Carlo Alberto Salustri (1871-1950), detto Trilussa, autore di famosi sonetti romaneschi. La piazza è incorniciata dalla splendida fontana seicentesca commissionata da papa Paolo V Borghese. Inoltre, si può ammirare la grande statua in bronzo che ritrae Trilussa nell’atto di recitare i versi di una sua poesia.
Tra Raffaello, basiliche e antiche spezierie
Proseguendo tra vicoli e incantevoli piazzette, si incontra la barocca Chiesa di Santa Maria della Scala. Di fronte a essa si erge una grande torre settecentesca, probabilmente appartenuta nel Medioevo alla potente famiglia degli Stefaneschi. Sempre nella piazza, da non perdere l’Antica Spezieria di Santa Maria della Scala, la prima farmacia della capitale, tanto famosa da divenire la “farmacia dei papi”. Non lontano, in via della Lungara, merita una visita l’incantevole Villa Farnesina. Nei primi anni del Cinquecento fu il ricco banchiere senese Agostino Chigi a volere la sua costruzione. Oggi sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei, è un autentico gioiello rinascimentale, circondato da un rigoglioso giardino all’italiana. Al suo interno è impossibile non rimanere estasiati di fronte agli affreschi di artisti quali Raffaello, Sebastiano del Piombo, Baldassarre Peruzzi e Giovanni Antonio Bazzi, detto il Sodoma.
Viuzze colorate, costellate di trattorie, locali e botteghe artigiane portano davanti alla Basilica di Santa Maria in Trastevere. Secondo la tradizione, fu fondata da papa Callisto I nel III secolo e ricostruita nel XII secolo, durante il pontificato di papa Innocenzo II. Il momento ideale per visitarla è al tramonto, per godere appieno dei giochi di luce offerti dai mosaici del XIII secolo che ornano la facciata. Al centro della piazza, spicca una delle fontane pubbliche più antiche di Roma, alimentata dall’Acqua Paola. Il primo restauro documentato fu eseguito dal Bramante. Proseguendo per via della Lungaretta si giunge in Piazza Sidney Sonnino. Qui si affaccia la Basilica di San Crisogono, con annesso l’impianto quasi intatto del precedente edificio paleocristiano.
Un rione, due facce
Attraversando viale Trastevere, si giunge nella parte meno affollata del rione, che si sviluppa intorno alla Basilica di Santa Cecilia in Trastevere. La leggenda vuole che la chiesa sia sorta sulla casa familiare di Cecilia, una nobile romana che, convertitasi al Cristianesimo, fu condannata a morte nel 220. All’interno, oltre al ciborio realizzato nel 1293 da Arnolfo di Cambio e altre opere di straordinaria qualità, si può ammirare la statua di Stefano Maderno raffigurante il corpo della santa, così come fu ritrovato miracolosamente nel 1599 dal cardinal nepote di papa Gregorio XIV.
Percorrendo via Anicia si raggiunge Piazza San Francesco d’Assisi. Qui sorge la Chiesa di San Francesco a Ripa, che deve il suo nome alla vicinanza con il soppresso porto di Ripa Grande. All’interno, nella cappella Altieri, vi è custodito uno dei migliori capolavori di Gian Lorenzo Bernini, la beata Ludovica Albertoni. La santa è rappresentata durante l’estasi divina, stesa su un letto di marmo finemente ricamato e poggiato su di un blocco di diaspro modellato come se fosse un drappo.
Il Tevere e l’Isola Tiberina
Da non perdere una passeggiata sull’Isola Tiberina, l’unica isola urbana del Tevere. Secondo una delle leggende più note sulla sua nascita, pare sia sorta dal cumulo dei covoni di grano appartenuti ai Tarquini che i Romani gettarono nel fiume, durante la cacciata di questi dalla città. L’isola, dalla curiosa forma di una nave, ospitava un tempio in onore di Esculapio e un obelisco, a mo’ di albero maestro. Oggi, sulle rovine del tempio si erge la Chiesa di San Bartolomeo all’Isola. Dall’isola si scorge una porzione del vecchio Pons Aemilius, comunemente chiamato “Ponte Rotto”, che emerge dalle acque.